Inaugurazione della mostra IDENTITA’ a Venezia
Venezia, culla della bellezza, della cultura e dell’arte. In questa città, non lontano da Piazza San Marco, nella Galleria del palazzo “Pisani Rivedin”, mercoledì 18 ottobre, si è svolta la cerimonia di inaugurazione della mostra collettiva intitolata “Identità”. Tre artiste serbe: Jelena Borovčanin, Ivana Bukovac e Marija Marković, hanno presentato le loro opere d’arte stilisticamente diverse, che hanno parlato del legame tra l’Italia e la Serbia, due paesi e due culture, ma anche delle loro radici e origini.
“La parola identità, che è di origine latina, rappresenta l’individualità che rende ogni persona unica. Ognuno darebbe una risposta diversa alla domanda su: “chi sono?’”. Identità, è presentarsi come diversi dagli altri. Gli individui possono avere gli stessi interessi e lo stesso obiettivo, ma non possono essere uguali, ed è proprio questa differenza che rende bello il mondo. Tre artiste con le stesse origini, con lo stesso patrimonio culturale ed interessi simili, grazie al loro talento hanno mostrato le loro opere d’arte di sorprendente bellezza e unicità.” Con queste parole la Console Generale della Repubblica di Serbia a Trieste, Ivana Stojiljković, ha aperto la mostra e si è rivolta al pubblico presente. Stojiljković si è complimentata con i nostri artisti e ha ringraziato tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo meraviglioso progetto.
Il curatore di questa mostra, professore dell’Accademia delle Belle Arti di Venezia, Saverio Simi de Burgis, si è rivolto ai presenti, è colui che ha riconosciuto il valore e la bravura delle tre giovani artiste che hanno usato diverse espressioni artistiche sul tema dell’Identità. Il professor Simi de Burgis ha affermato che l’identità comprende molti aspetti, a partire da quello personale, fisico e anche nazionale, e rappresenta la ricerca di se stessi e acquisisce di significato dando la possibilità di giustificare così la nostra ricerca, e in questo, le tre artiste, hanno avuto molto successo.
È intervenuto anche Nicola Paulon, presidente dell’associazione culturale “Paolina Paulon” di Vicenza, che ha supportato l’organizzazione di questa mostra. Il signor Paulon, la cui associazione sostiene giovani artisti di talento che vengono in Italia da tutto il mondo, è stato l’ideatore di questa mostra collettiva e ha riunito le nostre artiste che non si conoscevano prima.
Si è rivolta al pubblico anche Lidija Radovanović, presidente dell’Unione dei serbi in Italia. Ha espresso grande soddisfazione per il sostegno dell’Unione dei serbi nell’organizzazione di una mostra così importante, perché l’obiettivo della nostra realtà è proprio costruire ponti tra l’Italia e la Serbia. Questi due paesi hanno legami storici molto importanti e un rapporto di amicizia che esiste da secoli. Soltanto con la collaborazione tra noi che viviamo nella diaspora, le istituzioni italiane e le nostre istituzioni in Serbia, possiamo sempre contribuire alla costruzione di progetti preziosi e significativi, come questo.



La serata si è svolta in un’atmosfera piacevole e, secondo la tradizionale usanza serba, gli ospiti sono stati accolti con pane e sale dai giovani in costume nazionale dell’associazione “Sloga” di Bassano del Grappa. Tra tanti ospiti che hanno apprezzato la mostra c’erano anche i rappresentanti delle istituzioni italiane, gli imprenditori, i critici d’arte, gli ospiti dalla Serbia e gli sponsor della mostra.
La giornalista della RTS ( Radio televisione nazionale serba) Sanja Lučić di Milano ha seguito l’evento dal punto di vista della copertura mediatica.
Con patrocinio di Consolato Generale della Repubblica di Serbia a Trieste, l’Associazione Culturale “Paolina Paulon” di Vicenza , e l’Unione dei Serbi in Italia
Sponsor della mostra: Publikum doo, DDOR assicurazione-parte del Gruppo Unipol, Cards Print doo e Model 5
La mostra sarà aperta fino al sabato 04/11/2023
Palazzo Pisani Revedin
San Marco 4013/a, Venezia
Orari della mostra:
Da martedì a domenica: 10.30 – 13.30 e 14.00 -18.30
Chiuso il lunedì – Ingresso libero
Foto Marco Ducoli