Natale Serbo Ortodosso

Il 7 gennaio il popolo serbo festeggia il Santo Natale. Come per il rito cattolico, si tratta della festività religiosa più sentita, in quanto si festeggia la nascita di Cristo.

La differenza di tredici giorni, rispetto al Natale, che i cristiani cattolici ed alcuni ortodossi festeggiano il 25 dicembre, è dovuta all’utilizzo di un diverso calendario da parte delle chiese cristiane ortodosse che hanno voluto mantenere il calendario che era in vigore quando Cristo è nato – ovvero quello giuliano, precedente al calendario gregoriano, in uso in Italia e nel resto del mondo occidentale.

I serbi più attenti alle tradizioni del Natale iniziano a digiunare quaranta giorni prima, attenendosi ad una dieta a base vegetale che non prevede carne, formaggi e uova, ma soltanto ci sono alcuni giorni che si può mangiare il pesce. Questo periodo si chiama Post (Quaresima di Natale, cirillico: Пост).

I dettami della religione cristiano-ortodossa prevedono che in questi giorni si evitino i pensieri cattivi e si manifestino più cordialità e tolleranza verso gli altri. Il digiuno si conclude generalmente in chiesa con la solenne Messa di Mezzanotte, o, nei paesi fuori dalla Serbia, con la liturgia del mattino di Natale, il 7 gennaio.

Il giorno della vigilia (il 6 gennaio) adulti e bambini si recano nel bosco per raccogliere rami di quercia secchi, detti badnjak (cirillico: бадњак). Saranno bruciati all’indomani mattina mentre un grande falò verrà fatto la sera, davanti alle chiese, durante la celebrazione della santa messa. Sempre la sera della vigilia si fa la cena, intima e riservata al solo nucleo familiare: non un vero e proprio cenone, ma un pasto piuttosto modesto e a base per lo più vegetale. I colpi di arma da fuoco, a salve, che alcuni sparano in campagna, al calare delle notte, sono di richiamo per la famiglia e in un certo senso danno annuncio dell’inizio delle celebrazioni.

La nostra chiesa serbo ortodossa è presente anche in molte città italiane dove la comunità serba è più numerosa. La più vecchia è a Trieste, il Tempio di S. Spiridione Taumaturgo. Poi a Vicenza c’è la grande parocchia dedicata a San Apostolo Luca. A Udine vi è la parocchia di San Stefano Nuovo Brankovic, a Porcia la parocchia di San Vasilije Ostroski, a Treviso la parocchia di Santa Madre Angelina , a Milano la parocchia di San Stefano Prvovencani e a Roma la parocchia di San Sava.

Anche quest’anno le nostre chiese serbo-ortodosse in Italia, il 6 gennaio di sera, per la vigilia, festeggeranno il vespro solenne con la benedizione dei rami di quercia ‘Badnjak’ e il pavimento delle chiese sarà cosparso di paglia, quale ricordo dell’umile stalla dove nacque Cristo.
Il giorno successivo, il mattino del Natale, si terrà invece la santa liturgia (messa).

“Mir Bozji! Hristos se Rodi!” è il saluto che i fedeli si scambiano il giorno di Natale, il 7 gennaio, che significa “Pace di Dio! Cristo è nato!”
A questo saluto si risponde con “Voistinu se Rodi!” – “È veramente nato!”

 

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